venerdì 14 febbraio 2020

INCONTRO CON LO SCRITTORE MANLIO CASTAGNA

INCONTRO CON LO SCRITTORE
MANLIO CASTAGNA 

Martedi 4 Febbraio 2020, noi ragazzi delle classi I C, II A, II B e II C, abbiamo avuto l’onore di trascorrere una piacevole mattinata con lo scrittore Manlio Castagna, autore della saga fantasy Petrademone.
Manlio è un esplosivo quarantaseienne salernitano con alle spalle una lunga esperienza nel mondo cinematografico come sceneggiatore, regista e come direttore artistico del Giffoni Film Festival.
Esordisce come scrittore nella narrativa fantasy per ragazzi nel 2018 con il primo romanzo della trilogia Petrademone- Il libro delle porte, cui seguirà Petrademone – La terra del non ritorno e Petrademone – Il destino dei due mondi, l’ultimo volume della saga.


Personaggio principale della saga è Frida, un’infelice dodicenne, chiusa in se stessa a causa del devastante dolore provocato dalla perdita di entrambi i genitori in un traumatico incidente stradale.
In seguito al grave lutto Frida viene accolta dagli zii, Cat e Barnaba, presso la tenuta Petrademone, un luogo surreale in cui vivono.

 

L’amore degli zii, la fiducia degli amici, l’affetto dei border collie aiuteranno Frida a superare diversi ostacoli e ritrovare il coraggio di vivere.
Il romanzo, sin dalle prime pagine, è un vortice di emozioni: paura, tenerezza, tristezza, felicità, trasportano il lettore in una misteriosa realtà sorprendendolo, divertendolo e lasciandolo spesso con il fiato sospeso.
Petrademone, così come ci ha spiegato Manlio rispondendo con cura alle nostre tante domande, è un libro carico di messaggi a partire dai nomi scelti per i personaggi (Frida, Gerico, Tommy, Astrid, Dino Drogo) e dei luoghi (Nevelhem, Amalantrah, Petrademone) in cui si svolge la storia narrata.
Se l’emozione nel leggere la storia di Frida è stata grande, quella nell’incontrare l’autore lo è stata ancora di più. Manlio si è concesso ad una lunga intervista nella quale gli abbiamo posto domande riguardanti le sue scelte d’autore e la sua vita al di fuori della scrittura.

 

Durante l’incontro che Manlio ha tenuto con le scolaresche intervenute, abbiamo potuto apprezzare la sua grande generosità dimostrata mettendosi a nostra completa disposizione soddisfacendo molte delle nostre curiosità. Con la vivacità che ci contraddistingue non abbiamo perso occasione spaziando con disinvoltura e affrontando con l’autore argomenti importanti come la paura della morte, la forza del coraggio, il valore dell’amicizia e l’importanza del ricordo.
A proposito dell’importanza del ricordo i ragazzi della I C hanno mostrato e descritto le loro scatole dei ricordi, in parte realizzate

 

appositamente preparandosi all’incontro.  Gli alunni della 1^C, come Frida, hanno raccolto in un contenitore (scrigno in legno, scatola di scarpe) gli oggetti più significativi che racchiudono momenti significativi vissuti.
Ad un contenitore si è dunque affidato compito di custodire pensieri e emozioni pronti magicamente a materializzarsi ogni qualvolta lo si apre. Una fotografia, un gioco d’infanzia, un disegno, una lettera possono riportarci in luoghi e con persone ormai lontani nel tempo e nello spazio.
Noi ragazzi delle classi seconde abbiamo invece voluto condividere con Manlio le nostre ludiche invenzioni.
Sì, proprio così, dopo aver letto il primo volume della saga, guidati dalle nostre docenti di arte, abbiamo progettato e ideato due  giochi da tavolo: “Petrademone gioca il tuo destino” e “Il gioco Petrademone".






Il primo gioco “Petrademone gioca il tuo destino”, realizzato dalla 2^A, propone in realtà tre giochi in uno: due giochi da poter svolgere non conoscendo il contenuto del romanzo e uno che necessariamente prevede che i concorrenti abbiano letto con attenzione il primo volume della saga.
La scatola contiene infatti due mazzi da n.20 carte ciascuno.  Su ognuna delle venti carte, in base alle indicazioni ricavate dal testo, sono stati ritratti i volti dei protagonisti principali e secondari, visibili e invisibili del romanzo con i quali, disponendoli o capovolti sul piano di un tavolo o all’interno di una tasca calzata in testa è possibile giocare ai conosciutissimi “Indovina chi” e “Memory”.
Con l’utilizzo invece di un solo mazzo di carte, di un tavoliere (piano da gioco), di un dado, di pedine (2 o 4 a seconda dei partecipanti), di una trottola e un cronometro (per conoscere nel dettaglio le fasi di realizzazione del gioco e  il suo regolamento potete visitate la rubrica “Fermi – Spazio alla creatività”) i concorrenti sono invece chiamati a scoprire  l’identità dei personaggi di Petrademone avanzando (o… indietreggiando) lungo un percorso composto da 8 caselle per giocatore che, partendo dai quattro angoli  si susseguono seguendo le diagonali del tavoliere incontrandosi nella silhouette di Frida (la sagoma della protagonista posta al centro del tavoliere).
Il secondo gioco, “Il gioco Petrademone”, realizzato dalla 2^ B e 2^C, riprende invece in parte la struttura e le regole del gioco dell’oca, proponendo un viaggio avvincente tra i protagonisti, i luoghi e gli oggetti narrati nel romanzo. 

 

L’inizio del gioco, determinato dal lancio del dado, procede con l’avanzamento, l’indietreggiamento o il momentaneo blocco dei giocatori in un percorso composto da 63 caselle molte delle quali custodi di premi (es. casella n.27 e n.57 - CHIAVE D’URTO: si avanza di tre caselle) e penitenze (es. casella n.22 e n.60 ASTRID: si ritorna al VIA.).
Vince chi per primo raggiunge la casella n. 63.
I nostri giochi, appassionatamente illustrati da alcuni degli ideatori (Nadia, Paola , Sabrina, Valentina), hanno entusiasmato Manlio che  ha manifestato la sua sincera contentezza nel vedere il suo lavoro germogliato in qualcosa di nuovo e sorprendentemente divertente che, partendo dal puro piacere della lettura e sfruttando le  abilità logiche e creative, testimonia quanto possa essere bella la scuola quando sa stimolare e alimentare le menti e i cuori di tutti, alunni e docenti.

 

Nei nostri cuori rimarrà per sempre impressa l’emozione vissuta che ha alimentato in tutti noi ancor di più l’interesse e la curiosità per la lettura e la scrittura che oggi sono diventati per noi sinonimi di pura avventura.

Il 4 febbraio 2020
lo custodiremo sicuramente
nella nostra scatola dei ricordi.


REDAZIONE:
Bellomo Domenico (2B)
Capolupo Alessia (2C)
Hidane Mohammed (2C)
Logiudice Fabio (2B)
Persia Valentina (2A)
Taccardi Sofia (2A)

Prof.ssa Iorio Lucia Rita Monica
Prof.ssa Linzalone Annamaria

mercoledì 5 febbraio 2020

PER NON DIMENTICARE ...

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto. Si è stabilito di celebrarlo in questa data, perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
 
Ora voi vi chiederete: “Perché è importante condividere la memoria, anche quella che parla di dolore e distruzione, con bambini e ragazzi?”
Oggi più che mai, la memoria non è soltanto racconto del passato, ma diventa un ponte per comprendere il presente e le sue contraddizioni, e condividerla con i ragazzi è quindi importantissimo, soprattutto, perché prendere coscienza di cosa significhi una vita spezzata dall’odio o per sempre segnata dal dolore, ci può aiutare a riconoscere e arginare atteggiamenti di intolleranza di cui oggi siamo troppo spesso spettatori. 
Spinti da questa assoluta necessità, lunedì e martedì 27  e 28 gennaio, dalle ore 10 alle ore 12, presso l’aula magna della nostra scuola si è tenuto uno spettacolo organizzato dallo IAC - Centro Arti Integrate di Matera -  dal titolo “Una disubbidienza straordinaria”, tratto dal brano conclusivo “Canzone finale della stella gialla”, detto pure “Carlottina” ed estratto dall’opera “Il mondo salvato dai ragazzini” di Elsa Morante.
Carlotta è una ragazzina ariana, che lotta contro il Potere Nazista per una ribellione allegra e pacifica e contagiosa. A testa alta, indossa la stella gialla che il Terzo Reich impone agli ebrei, come segno di Solidarietà verso chi è oppresso, e tutta Berlino ben presto la imiterà. Carlotta non accetta le ingiustizie e le oppressioni e il suo gesto rappresenta la necessità di sperare in un mondo diverso e  di ribellarsi per vederlo nascere.
Come Carlotta anche noi in quei giorni abbiamo voluto indossare con fierezza quella stessa stella gialla, mostrandola come una rosa in petto, sebbene sia simbolo di tanta sofferenza disumana.
I nostri compagni delle classi prime il giorno 27 gennaio, a conclusione dello spettacolo, hanno voluto condividere questo momento con letture e commenti di poesie e pensieri scritti dai bambini del ghetto di Terezin, ai quali è toccato lo spaventoso compito di dover leggere il nome dei propri genitori morti su scatole che ne contenevano i poveri resti cremati.
Il 28 gennaio i ragazzi delle terze invece hanno voluto raccontare la testimonianza di Elisa Springer ed hanno commentato alcuni passi significativi del libro “L’eco del silenzio”, nel quale l’autrice si rivolge a folle di giovani, per incoraggiarli a divenire i “fiori” nuovi nel terribile deserto della violenza e della sopraffazione, la “voce” che chiede giustizia per quei tanti innocenti che ancora nascono solo per morire.
Nella stessa giornata noi alunni delle seconde abbiamo voluto creare un unico lavoro, alternando alcune frasi lette dal libro di Liliana Segre, ”Scolpitelo nel vostro cuore”, con le strofe recitate della poesia “Se questo è un uomo” di Primo Levi.
Abbiamo creato questo intreccio, perché il titolo della Segre rimanda proprio al famosissimo verso di Levi e abbiamo voluto sottolineare come  entrambi, avendo provato sulla propria pelle queste disumane atrocità e avendoci narrato in prima persona quanto visto e subito,  “comandano” di ricordare ciò che è accaduto, affinché anche chi non abbia visto questi orrori NON debba ripeterli mai più.
Levi, dopo averci raccomandato queste parole e invitato a “scolpirle” nel nostro cuore, conclude la sua poesia lanciando in chiave metaforica un monito per chiunque voglia dimenticare; e allo stesso tempo Liliana Segre ci invita a prendere coscienza che ogni nostra azione comporta una presa di responsabilità. Pertanto, affinché tutti noi possiamo far sì che tutto ciò non si ripeta, non ci resta che dirvi:
“Sconfessate la menzogna.
 Diventate candele della Memoria.”

 

REDAZIONE:
Colizzi Elena (2B)
Conte Brunella (2A)
Lamacchia Marcella (2C)
Statile Nicola (2A)
Vitale Nicola (2C)
Vulpis Vita Maria (2B)

Prof.ssa Campagna Maria Carmela
Prof.ssa Caruso Maria Rachele

domenica 15 dicembre 2019

ALLA SCOPERTA DI NUOVI SOLI


Venerdì 23 novembre le classi seconde e terze della nostra Scuola Secondaria hanno incontrato Francesca Ceci, autrice del libro-fumetto “Badù e il nemico del sole”, la cui storia incentrata sul tema dell’emarginazione e del pregiudizio ci ha fatto scoprire come in alcune zone del mondo esistano ancora atrocità e violenze contro chi è ritenuto diverso, ed in questo è stato davvero significativo anche l’intervento di Pape Gora Tall, giovane senegalese, mediatore culturale, il quale ci ha raccontato di alcuni suoi amici albini, a volte costretti in Senegal a restare chiusi in casa o ad andar via per sfuggire alle persecuzioni.
Per conoscere meglio Francesca Ceci e tutto il lavoro che l’ha portata alla realizzazione del suo libro abbiamo voluto farle un’intervista.
Grazie al genere fumettistico abbiamo appreso come dietro ad una storia dinamica, avventurosa e a tratti divertente, si nasconda un significato molto profondo che fa riflettere e persino commuovere.
Non ci aspettavamo di certo  un libro così ricco di emozioni! Nulla è scontato e per questo è importante che sia  letto sin dall’inizio con tanta attenzione, concentrandosi non solo sulla lettura, ma allo stesso tempo sull’osservazione dei disegni, ricchi di particolari, colori, onomatopee, anch’essi significativi, perché aiutano ad immedesimarsi maggiormente nella storia, a provare forti emozioni e a coglierne pienamente il messaggio finale, teso a superare ogni tipo di pregiudizio, violenza e discriminazione, legate molto spesso a stupide credenze o superstizioni.
Purtroppo ancora oggi false opinioni e pregiudizi infondati portano a compiere gesti atroci e crudeli, e a volte nel nostro piccolo, forse anche inconsapevolmente, ci ritroviamo a commettere questi errori a scuola, in cortile, al supermercato, insomma ogni volta incontriamo qualcuno che vediamo diverso da noi o che pensa o parla in modo differente, divenendo noi stessi motivo di dolore e sofferenza per chi è mal visto e non accettato dalla società, vissuto a volte come una vergogna anche dai propri familiari.
Durante l’incontro, abbiamo voluto omaggiare Francesca Ceci con numerosi nostri disegni, accompagnati da frasi slogan contro ogni forma di discriminazione; perché, al contrario di quanto pensiamo, dobbiamo  imparare che nella diversità c’è bellezza e forza, perché essa è una risorsa, un’occasione di arricchimento per tutti. 
E allora.. Perché continuare a farci guerra? Perché ostinarci a giudicare male, inferiore o negativo quanto diverso da noi? Perché pretendere che tutti la pensino o agiscano o siano allo stesso modo? Possibile che l’uomo non abbia imparato ancora dai numerosi errori compiuti nel passato? In fin dei conti che male possono procurare ad una persona un colore, una forma o un pensiero differenti?
D’altronde, come afferma un famoso detto,
"IL MONDO E’ BELLO PERCHE’ VARIO"
e aprirsi a nuovi mondi significa scoprire nuovi soli e arricchire di nuova luce i nostri cuori.

REDAZIONE:

Famà Dario (2B)
De Iudicibus Roberta  (2A)
Di Pede Giorgia (2C)
Noviello Rossella (2B)
Paolicelli Luca (2C)
Vizziello Eva (2A)



Prof.ssa Campagna Maria Carmela
Prof.ssa Caruso Maria Rachele